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“Compro questa azione perché sono certo che salga e poi si comprende dalla media mobile e dall’indicatore XY. Quando poi entra in questa area di prezzo la vendo e vado short. È sicuramente un buon investimento” No, mi dispiace. Tu non stai investendo, stai speculando.
Investire e speculare sono due cose ben differenti ma spesso confuse o, ancor peggio, fuse l’una con l’altra.
Per capire le differenze è importante identificare tre elementi di riferimento:
Tendenzialmente lo speculatore ha un orizzonte temporale di breve termine mentre l’investitore lo ha di lungo. La tipologia di analisi che viene effettuata dall’investitore che investe in titoli, è la così detta analisi fondamentale, mentre quella dello speculatore è la così detta analisi tecnica.
In un caso quindi si guarda ai dati di bilancio dell’azienda e se considerati idonei alle nostre ricerche, si investe il denaro con l’obiettivo di lasciarvelo anni, per permettere al capitale di maturare. Nell’altro invece si guarda ai grafici ed ai prezzi, cercando di cogliere un buon momento di ingresso e uno di uscita dal mercato.
Infatti mentre per l’investitore il valore del tempo è enorme perché è lo stesso tempo che permette al capitale di rivalutarsi e agli investimenti di crescere di valore, per lo speculatore è invece molto più importante il tempismo (in gergo fare market timing) che però, dati alla mano, è molto difficile avere. Se non conosci l’argomento a cui mi riferisco, leggi il mio articolo: “Il rischio del market timing, quanto può essere rischioso per il tuo patrimonio”.
Ma il punto cardine della differenza tra l’investitore e lo speculatore, è l’elemento centrale che determina le scelte di investimento.
Per lo speculatore è sicuramente centrale il grafico della società in cui vuole investire, le prospettive che si hanno nel breve termine e i possibili andamenti dei prezzi in funzione di segnali dati dalla analisi tecnica e da eventuali elementi esogeni che possono influenzare, positivamente o negativamente, l’andamento della società. Per l’investitore a lungo termine (che ha ovviamente un portafoglio ben diversificato e robusto, non qualche titolo comprato a caso) l’elemento centrale che determina le scelte di investimento è lui stesso.
Mi spiego meglio: se io investo non lo faccio in funzione dell’andamento dei prezzi di un certo titolo e non mi interessa un eventuale ribasso o rialzo nel breve termine. Mi curo solo ed esclusivamente di:
Il driver che determina l’acquisto o la vendita di un determinato strumento in un determinato momento piuttosto che in un altro, sono solo ed esclusivamente io. Il contesto esterno mi deve interessare ma fino ad un certo punto.
Le ipotesi che sostiene un investitore rispetto ad uno speculatore sono essenzialmente due:
Per dare forza alla seconda ipotesi possiamo usare ragionamenti banali ma molto logici: i mercati finanziari azionari sono formati da una buona parte di tutte le società del mondo. L’andamento complessivo dei mercati sarà nel tempo ovviamente crescente perché:
È dunque evidente che nel lungo termine i mercati crescano in continuazione perché gli esseri umani aumentano sia numericamente sia i loro bisogni.
Le variabili sono solamente la velocità media di crescita e la costanza nella stessa. Mentre la prima è stimabile in base ai dati passati, la seconda è assolutamente aleatoria. Per questo necessitiamo di un lungo periodo negli investimenti.
I mercati crescono sempre, non la singola azione, quella può fallire nel tempo perché le società hanno un ciclo di vita. Se si è ben diversificati si investe essenzialmente con queste ipotesi che sono palesemente robuste e non smentite dagli oltre 200 anni di mercati finanziari.
Mi auguro di aver reso più comprensibile la differenza tra investitore e speculatore.
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