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In questo approfondimento andremo a vedere cosa sono i beni rifugio e quali sono i loro pregi ed i loro difetti in un contesto di pianificazione strategica orientata al lungo periodo.
Una pianificazione strategica è ciò che va ad incidere maggiormente sulla performance del portafoglio nel lungo periodo. L’abilità del consulente finanziario, oltre che selezionare i migliori strumenti per perseguire gli obiettivi del cliente, è quella di impostare un’asset allocation strategica che più si addice al profilo del cliente, dove con il termine asset allocation si intende la distribuzione dei capitali disponibili nei vari strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi a gestione attiva, fondi a gestione attiva, etc..).
Con il termine bene rifugio si identifica un bene dotato di valore intrinseco che tendenzialmente si apprezza in fasi turbolente di mercato per via di un aumento della domanda.
I beni rifugio tradizionali sono i seguenti:
Avendo chiara la definizione di bene rifugio e la classificazione dei principali, utile è vedere come si sono comportati gli stessi in fasi turbolente di mercato. Il grafico che segue mostra come è variato il prezzo di strumenti che replicano l’andamento dei principali beni rifugio nella recente fase di instabilità dovuta alla guerra in Ucraina.
Come mostra il grafico, che prende come riferimento il periodo di gennaio e febbraio 2022, con l’inizio delle tensioni in Ucraina della seconda metà di febbraio, l’oro e i Treasury hanno iniziato ad apprezzarsi, per via della maggior domanda degli investitori, preoccupati per l’instabilità geopolitica. Nello stesso periodo l’azionario globale ha iniziato a deprezzarsi, per via della fuga degli investitori verso asset class considerate più sicure.
Il principale vantaggio di detenere beni rifugio è quindi quello che in fasi di maggiore instabilità questi tendenzialmente riducono le perdite di portafoglio.
Allargando però l’orizzonte temporale di riferimento, si possono notare gli svantaggi di detenere beni rifugio. Questi infatti sono asset improduttivi, che non generano interessi attivi o dividendi per gli investitori.
Il grafico che segue mostra l’andamento delle tre asset class considerate nel grafico precedente, in un orizzonte temporale lungo (5 anni).
Ciò che emerge è che allargando l’orizzonte temporale, l’ETF che replica l’azionario globale sovraperforma sia l’ETF che replica l’oro, sia l’ETF che replica i Treasury a 7-10 anni.
Detenere beni rifugio in portafoglio ha quindi un costo opportunità non indifferente, dove con costo opportunità si intende il costo derivante dal mancato sfruttamento di un’opportunità concessa al soggetto economico, in questo caso l’investimento nell’azionario globale.
L’investimento in beni rifugio ha i suoi pro ed i suoi contro. In fasi turbolente di mercato, come ad esempio la recente guerra in Ucraina, dove prevale l’incertezza, la forte domanda degli investitori tende a far apprezzare questa tipologia di beni. D’altra parte, in fasi più tranquille di mercato, l’investimento in beni rifugio farebbe perdere opportunità di guadagno derivanti dall’investimento in altre asset class.
In conclusione, investire in beni rifugio deve essere una decisione ponderata sulla base del profilo di rischio dell’investitore, avendo ben presente che nel lungo periodo è l’asset allocation strategica a fare la differenza.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
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