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“Ho sentito che il Pil è sceso dello 0,2% questo trimestre… e quindi? Perché dovrebbe importarci?” Lo spiegherò in questo articolo.
Il termine Pil è una abbreviazione di prodotto interno lordo. La definizione dell’Istat (istituto nazionale di statistica) è la seguente: “il risultato finale dell’attività di produzione delle unità produttrici residenti. Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dai consumi intermedi ed aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni”.
Perfetto, traduciamo la dicitura e semplifichiamola: il Pil è in sostanza il reddito complessivo che un paese è in grado di produrre nel corso di un anno solare.
Quindi è ovvio che, come il reddito di qualunque persona, più alto è meglio è. Spesso viene confrontato sia con gli anni passati per verificare che vi sia crescita, sia con quello di altre nazioni, per avere un parametro di confronto.
È molto utile come indicatore anche il Pil pro-capite ovvero il Pil/numero di abitanti del paese. In questo modo si vede la ricchezza media annua prodotta da ciascun individuo. È un indicatore più veritiero del benessere di un paese.
Prova a rifletterci: se il Pil di un paese è grande (es. India), ma ci abitano tantissime persone, alla fine non si può parlare di benessere generale. Il Pil della Finlandia è sicuramente più basso, ma il Pil pro capite è ben più alto ed infatti il tenore di vita Finlandese è migliore rispetto a quello dell’India.
Guardando i numeri aggiornati al 2018 (grafici sotto) notiamo come in Finlandia, a fronte di un Pil di 276 mld (circa un decimo di quello Indiano), si ha un Pil pro capite di 50.000,00$ (contro i soli 2000$ indiani). È infatti molto più rilevante considerare il Pil pro capite come misura di benessere di una nazione, piuttosto che il più generico Pil della nazione stessa.
Un altro motivo per cui è importante il Pil è il fatto che è correlato anche ad altre misure di benessere quali:
È quindi importante, per avere un dato macroeconomico immediato, che sia confrontabile nel tempo e possa identificare le nazioni e il loro valore complessivo di assets prodotti.
Il tasso di crescita del Pil può essere di due tipi:
La differenza tra i due è molto semplice da evidenziare; quello Nominale non considera l’inflazione (per approfondire su cosa sia leggi l'articolo: “Inflazione: quanto costa lasciare i soldi sul conto corrente”) mentre quello Reale ne tiene conto. Come per i rendimenti dei nostri investimenti è evidente che sia corretto considerare il rendimento reale ovviamente anche per il Pil è corretto considerare quello reale, al fine di dare un risultato più veritiero dell’effettiva crescita di un paese.
Come si calcola?
Ci sono essenzialmente 3 metodi di calcolo e questi differiscono gli uni dagli altri proprio per i concetti alla base del conteggio:
Fondamentalmente il risultato generato dai 3 metodi è molto molto simile.
A seguire 3 ottimi grafici che ho reperito online che rappresentano il calcolo del Pil Italiano con i 3 differenti metodi.
Fonte: articolo sul Pil di CheBanca gruppo Mediobanca.
Direttamente collegato al tema del PIL c'è il concetto di recessione economica. Argomento del quale ho scritto un articolo che puoi leggere cliccando qui!
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