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Nell’articolo di oggi parleremo di un interessante megatrend che per il momento è solo all’inizio della sua evoluzione e diffusione, ma con grandi aspettative per il futuro: oggi scopriremo i Big Data.
Enormi volumi di dati eterogenei per fonte e formato, analizzabili in tempo reale: tutto questo sono i Big Data. Parlare di Big Data non vuol dire parlare soltanto di grandi moli di dati, la trasformazione in atto è più profonda. Cambia il processo di raccolta e gestione dei dati, si evolvono le tecnologie a supporto del ciclo di vita del dato e si sviluppano nuove competenze per la valorizzazione del dato. Il termine “big data” indica, come si può intuire, la mole di dati che una azienda può raccogliere utilizzando varie fonti, dati dai quali si possono estrarre informazioni da utilizzare, per esempio, in progetti di intelligenza artificiale o modellazione predittiva o ancora in evolute analisi di marketing. I big data non hanno un’unica provenienza, ma possono essere raccolti da svariate fonti, ad esempio: database dei clienti, cartelle cliniche, sistemi di transazioni commerciali, applicazioni mobili, repository di ricerca scientifica, social network, o anche essere generati in tempo reale dalle macchine munite di sensori operanti in ambienti Internet of Things (IoT). Questa grande quantità di informazioni può essere analizzata utilizzando i dati in forma grezza o elaborandoli preventivamente tramite strumenti di data mining o appositi software.
Le peculiarità del nuovo paradigma dei Big Data sono riassumibili nelle seguenti 5V:
Per capire di che volumi stiamo parlando con i Big Data, secondo una ricerca IBM, ogni giorno vengono generati 2 500 miliardi di dati da sensori, dispositivi elettronici e fissi e così via. Inoltre, sappiate che il 90% dei dati generati dall’inizio della storia dell’umanità, è stato creato solo negli ultimi due anni!
Il problema è analizzare questi Big Data, per questo motivo si parla di corsi di laurea e master in Big Data Science & Analytics. La parte di Analisi è vitale, soprattutto per dati nell’ordine di 59 Zettabyte nel 2020 (+44% rispetto al 2019), cioè miliardi di Terabyte, numeri veramente impressionanti! Ci si attende che tale crescita vertiginosa prosegua anche prossimi anni, con il superamento della soglia dei 175 ZettaByte globali previsto per l’anno 2025, grazie anche all’introduzione massiccia dei dispositivi IoT.
La scelta da parte di una compagnia di avvalersi o meno di un’ampia raccolta e analisi di Big Data ormai è ovvia e scontata, ma fino a poco tempo fa erano poche le aziende che investivano in questo settore. Quali sono stati i fattori che hanno spinto moltissime aziende ad usare i Big Data? Citando i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, i fattori sono stati più di uno:
Passando dalle percentuali all’analisi, dall’investimento in big data e business analytics, le aziende si attendono una maggiore efficienza e una riduzione del rischio nelle analisi finanziarie. Un altro aspetto importante è la possibilità di svolgere manutenzione preventiva (o predittiva). L’analisi dei big data migliora anche la sicurezza e le performance applicative, ovvero aiuta a prevenire problemi nell’erogazione dei servizi e a monitorare gli eventi per essere pronti a rispondere in tempo reale. Da rimarcare anche il ruolo che i dati rivestono in una migliore conoscenza dei clienti, che può essere messa al servizio di progetti di marketing e delle vendite, lo sviluppo di nuovi prodotti e l’ottimizzazione della customer experience.
Tutto ciò si traduce per l’azienda come di seguito riportato:
In questa corsa tecnologica nella raccolta e analisi di miliardi e miliardi di dati troviamo al primo posto le banche (28% del totale), seguite poi dall’industria manifatturiera (24%), telecomunicazioni e media (14%), pubblica amministrazione e sanità (7%), servizi (8%), grande distribuzione (7%), utility (6%) e assicurazioni (6%). Ma se consideriamo i trend di crescita, a guidare la classifica sono assicurazioni, manifatturiero e servizi, con tassi superiori al 25%, seguiti da banche, grande distribuzione, telecomunicazioni e media (tra il 15% ed il 25%) e a chiudere utility, pubblica amministrazione e sanità.
Secondo il nuovo Report sul settore realizzato dall’Osservatorio Big data e business analytics del Politecnico di Milano, la maggior parte della spesa si concentra sui software (52%, +16% rispetto al 2019), in particolare per artificial intelligence e data science platform. Seguono i servizi, che rappresentano il 28% del mercato, e le risorse infrastrutturali (20%, +7%), cioè i sistemi di abilitazione agli Analytics in grado di fornire capacità di calcolo e di storage. Il budget analytics in Cloud cresce del +24% e questa componente arriva a pesare il 19% della spesa (+2% rispetto al 2019). Cloud, megatrend già trattato in un precedente articolo, che potete leggere qui.
Se pensate che solo le grandi aziende si stiano spostando o si siano già spostate in una vera data-driven company vi state sbagliando. Anche le PMI italiane hanno colto al balzo questa palla dei Big Data.
Per capire l’importanza che ha oggi investire nei dati e nella loro analisi, basti pensare che soltanto una PMI su quattro non ha investito, né avviato, progetti di analytics nel 2020, contro il 38% del 2019.
Nel 2020, in Italia, il mercato ha raggiunto quota 1,815 miliardi di euro, crescendo del +6% nonostante la situazione emergenziale. Negli anni precedenti la corsa era stata molto sostenuta: +23% nel 2018 e +26% nel 2019. Insomma, il mercato italiano dei Big Data sta crescendo a ritmi impressionanti.
Esistono principalmente quattro classi e metodologie di Analytics per i Big Data:
Per fare questo lavoro sono nati e nasceranno ancora molti lavori nuovi con nuove competenze e conoscenze. Le attuali figure presenti nel mondo dei Big Data sono:
Dunque, avete potuto leggere e capire le potenzialità di crescita e di sviluppo di questo mercato, di questa vera e propria disrputive technology.
Si scrive Big Data e si legge come una delle evoluzioni più profonde e pervasive del mondo digitale. Un trend destinato a rimanere e a incidere profondamente sulla nostra vita e sul nostro modo di fare business.
Se dopo aver letto questo articolo avete capito le enormi opportunità future dei Big Data e volete prendere parte attivamente a questo cambiamento epocale come investitori, allora vi lascio come al solito alcune indicazioni generali da seguire attentamente. Le mie raccomandazioni sono le seguenti:
In conclusione, voglio ricordarvi che questa decisione di investimento deve essere solo l’ultimo step di una corretta procedura di pianificazione finanziaria. Questa procedura deve essere svolta all’inizio del proprio percorso nel mondo degli investimenti e dei mercati finanziari. Non essendo un’operazione semplice, è meglio farsi seguire e consigliare dal proprio consulente finanziario di fiducia, il quale vi saprà aiutare a raggiungere i vostri obiettivi finanziari nel vostro esclusivo interesse.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
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